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Pesticidi. Fine di un incubo? (NDMagazine Dicembre 2024)

Scarica qui l’articolo completo di NDMagazine.it   Agricoltura:l’alternativa ai pesticidi esiste Acqua “funzionale” e qualità nutrizionale degli alimenti   UN PERICOLO REALE Siamo ormai tutti consapevoli che gli alimenti che consumiamo ogni giorno hanno purtroppo subito innaturali trasformazioni nel tempo, fondamentalmente a causa dell’uso intensivo di sostanze chimiche (pesticidi, diserbanti, fertilizzanti quali i nitrati, stimolatori della crescita). Tutto ciò ha provocato conseguenze dannose, riconducibili ad un mancato “riconoscimento” da parte del nostro patrimonio genetico, evolutosi in centinaia di migliaia di anni, col risultato di una drastica riduzione, in termini di apporto, di vitamine, oligoelementi, proteine e Sali minerali presenti in cereali, legumi, verdura e frutta, con conseguenti carenze nutrizionali, potenzialmente patogene. In uno studio americano del 2004 è emerso che dal 1953 al 1999 c’è stato un tasso di diminuzione di nutrienti (nello specifico proteine, calcio, fosforo, ferro, riboflavina e vitamina C) nelle coltivazioni di 43 alimenti analizzati. Il cibo di cui ci nutriamo attualmente se coltivato con l’aggiunta di prodotti di sintesi, necessari a rendere le piante più produttive e resistenti alle aggressioni di patogeni di diversa origine, non ci nutre più, per quanto mangiamo siamo in un momento di iponutrizione significativo. Il paradosso, quindi, consiste in una iponutrizione di fatto, brillantemente definita dal Prof. Massimo Plebani (Comitato scientifico di ND) quale autentica “carestia nella abbondanza”. Va inoltre sottolineato, in termini ecologici, che le pratiche messe in atto nelle coltivazioni estensive stanno contribuendo drammaticamente ad una desertificazione dei terreni e ad una evidente asimmetria nella distribuzione delle risorse, a livello planetario.   PESTICIDI E TUMORI   Che il consumo di alimenti provenienti da vegetali trattati con pesticidi possa essere correlato ad un aumento di svariate patologie, anche oncologiche, è un dato ormai acquisito, è però importante sottolineare che il rischio legato ai pesticidi coinvolge non solo i consumatori dei prodotti alimentari contaminati ma la stessa salute di chi utilizza queste sostanze in agricoltura. Già nel 2021 T.M.A. Pedroso e Coll. (Università di Goias, Brasil, effettuarono una metanalisi della letteratura scientifica esaminando 104 studi pubblicati nel decennio 2011-2020 in una ventina di Paesi, tra cui Stati Uniti, Francia, Brasile e India (“Cancer and occupational exposure to pesticides: a bibliometric study of the past 10 years” – Environ Sci Pollut Res Int. 2021 Oct 19;29). La metanalisi evidenziò un evidente collegamento tra utilizzo di pesticidi e insorgenza di 45 tipi di cancro, in correlazione con il livello di esposizione subito dagli agricoltori. In particolare, in oltre metà delle pubblicazioni (62 su 104), veniva evidenziata una precisa relazione tra esposizione ai pesticidi e insorgenza delle forme oncologiche più diffuse presso i lavoratori agricoli: • Mieloma multiplo • Cancro alla vescica• Linfoma non-Hodgkin• Carcinoma prostatico.   QUALCOSA FORTUNATAMENTE SI MUOVE   Gli enormi interessi in gioco hanno purtroppo rinviato l’attuazione concreta di politiche comunitarie miranti alla abolizione/riduzione di fitofarmaci in agricoltura, come era delineato nelle Strategie del cosiddetto “Green Deal”.Ciononostante, il mondo scientifico si è mosso e si sta muovendo per ricercare alternative naturali alla chimica (di “agricoltura biodinamica”, ad esempio, questa rivista si è occupata in passato e prossimamente tratterà); oggi però vogliamo dedicare attenzione ad una metodologia innovativa che sta emergendo con grande successo, l’utilizzo di “acqua funzionale” per una agricoltura realmente “sostenibile”: soluzione che rappresenta una autentica sfida ambientale e sanitaria, fondata sulla comprensione profonda dei processi vitali primordiali, grazie alla quale i vegetali vengono potenziati nelle loro capacità “ricettive”, invece di essere sottoposti a trattamenti chimici dannosi. Inoltre, va segnalato che le coltivazioni che forniscono i vegetali necessari al nostro metabolismo hanno un impatto desertificante sui suoli nei quali vengono applicate.Ecco, quindi, che nasce l’esigenza di una nuova agricoltura che non inquini il suolo, le piante stesse, e soprattutto che renda quest’ultime ingrado di adattarsi velocemente alle possibili aggressioni di agenti patogeni vegetali e possa migliorare il contenuto di micronutrienti necessari al corretto funzionamento del metabolismo umano.   … CONTINUA LA LETTURA SULLA RIVISTA ND Natura Docet di dicembre 2024 ⬇️   Leggi la rivista completa di NDMagazine – Dicembre 2024    

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L’alternativa naturale esiste – Il modello Valle d’Aosta (NDMagazine Marzo 2024)

Scarica qui l’articolo completo di NDMagazine.it   IL MODELLO VALLE D’AOSTA La richiesta dell’Unione europea era di ridurre del 50% l’uso dei pesticidi chimici in agricoltura entro il 2030 e di ripristinare la biodiversità danneggiata entro il 2050. Poi l’annuncio, nei giorni delle proteste dei trattori, del ritiro della proposta di legge sui pesticidi chimici da parte della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen – bollata da alcuni come la prima battuta d’arresto del Green Deal, il piano delle politiche per un’Europa più green e più competitiva – ha per ora ridimensionato gli scenari. Ma qualcosa in Europa, o meglio in Italia si sta muovendo. Su questa partita, la Valle d’Aosta, la più piccola regione dello Stivale, avrebbe tutte le carte in regola per bruciare le tappe e poter raggiungere gli obiettivi europei con molto anticipo. Ne è convinto Luciano Gastaldi, ricercatore e titolare dell’azienda Quantica R&D di Cuneo, ideatore di un sistema di coltivazione naturale che sfrutta le onde elettromagnetiche nella lotta ai parassiti.   ACQUA FUNZIONALE: COLLOQUIARE CON LE PIANTE Si tratta di un’«acqua funzionale» che si ottiene esponendo dell’acqua di pozzo alle onde elettromagnetiche. Inizialmente i test furono fatti con il rame, in seguito si comprese come, da questo, sarebbero nati decine di prodotti uno per ogni singola malattia (una nuova “farmacia” ) – allora si scelse di “colloquiare“ con le piante, tramite le sue stesse onde, ricordandogli come e cosa fare in caso di malattia e/o pericoli. Il risultato è un’acqua che si comporta come se contenesse tutte le indicazioni del sistema immunitario delle piante, in pratica un prezioso alleato delle piante, in forma stabile fino a sei mesi. Questo è possibile perché anche l’acqua ha una sorta di memoria: non solo si ricorda degli elementi con cui entra in contatto ma è anche capace di ritrasmetterne le loro proprietà. Basterà innaffiare il giardino diluendo l’acqua funzionale – disponibile sul mercato nella variante liquida o in polvere – con l’acqua del rubinetto per trasmettere alle coltivazioni tutti i suoi benefici, senza di fatto avere principi chimici inseriti.   TECNOLOGIA SMT La scoperta – chiamata tecnologia S.M.T. (Supra Molecolar Technology) – ha trovato terreno fertile in Valle d’Aosta, ponendosi come una valida alternativa totalmente naturale all’utilizzo di pesticidi e fitofarmaci. Negli ultimi due anni, è stata sperimentata con ottimi risultati al Centro agricolo dimostrativo di Saint-Marcel, di proprietà della Regione, e da diversi viticoltori e agricoltori della zona. I benefici vanno dal miglioramento dell’aspetto della pianta, che acquista profumi e colori più intensi, e, cosa molto importante, delle sue proprietà nutritive fino all’aumento della produttività e alla protezione totale dalle malattie. Ugo Lini, responsabile del Centro di Saint-Marcel, ha utilizzato l’«acqua funzionale» su diverse coltivazioni, dalle fragole alle patate, dalle zucchine alle melanzane fino ai pomodori e agli alberi da frutto. “Abbiamo iniziato a sperimentare l’acqua funzionale nella primavera del 2022 – ha spiegato durate un incontro che si è tenuto sia il 13 gennaio al palazzo della Regione che lo scorso 10 febbraio alla Maison Rosset di Nus – (prossimo evento a Saint Vincent l’11 aprile). Abbiamo fatto delle prove su una parcella di fragole, metà l’abbiamo coltivata utilizzando l’acqua funzionale e metà no. Dopo 15 giorni la metà trattata ha cambiato completamente il gusto delle fragole e abbiamo fatto un test di assaggio e 10 persone su 11 le hanno preferite. Hanno un gusto molto più equilibrato, hanno più vitamine e dalle analisi risultano molto più ricche dal punto di vista nutrizionale”. La sperimentazione è stata poi estesa a tutte le coltivazioni del Centro agricolo: “Abbiamo sempre avuto un’aumento della produzione che va dal 6% al 46% e tutti i prodotti che abbiamo fatto assaggiare avevano un gusto diverso – prosegue Lini -. Ad esempio le zucchine non trattate sono più amarognole e acquose, quelle trattate sono più asciutte, perdono l’amaro e sono più equilibrate e più buone. Si torna ad avere quel profumi e quel gusto della frutta e della verdura di un tempo che oggi abbiamo completamente perso”. Una volta acquistato, il prodotto va diluito con acqua all’1% – quindi un litro di «acqua funzionale» per 100 litri d’acqua – e poi va dato una prima volta, poi a distanza di sette giorni, poi quattordici, poi ventuno e infine ventotto giorni, preferibilmente il mattino presto o la sera. “Dal momento in cui si tratta la pianta cambia quasi subito aspetto – afferma il responsabile del Centro agricolo -. Ad esempio avevamo un pero che non era più in buone condizioni, lo abbiamo trattato e quest’anno ha fatto dei ricacci di un metro”. Anche Vincent Grosjean, viticoltore e presidente del Consorzio Vini Valle d’Aosta, ha iniziato a sperimentare l’acqua funzionale nelle sue vigne. “Nella primavera del 2022 ho conosciuto Luciano che mi raccontato delle cose sulle frequenze delle piante che assolutamente non conoscevo – racconta Grosjean, anche lui ospite dell’incontro -. Per quell’anno avevo già pianificato i trattamenti nella mia azienda e così ho rimandato la sperimentazione dell’acqua funzionale all’anno successivo. Nel frattempo ho avuto il piacere di assaggiare alcuni vini prodotti con l’uva trattata con quell’acqua ed è scoccata la scintilla”. Detto, fatto. Grosjean ha iniziato ad utilizzare l’acqua su un terreno nuovo di appena due anni: “Non abbiamo ancora potuto vedere il risultato finale sull’uva perché le piante di due anni hanno pochi grappoli, ma quelli che c’erano erano sanissimi e sono arrivati a perfetta maturazione ed era anche piacevole mangiarli perché erano puliti – dice -. Anche i tralci sono perfettamente sani e quindi io mi ritengo molto soddisfatto per il primo anno, sopratutto per non aver usato pesticidi che è l’elemento più impattante sicuramente per il consumatore ma anche per chi coltiva la vigna: il primo a subire i danni dei pesticidi è proprio chi lavora il vigneto”.   STORIA DI UNA RICERCA EFFICACE L’«acqua funzionale» è stata messa a punto da Luciano Gastaldi con il supporto scientifico dell’università di Praga, dell’Università statale agricola e dell’Istituto Accademia Russa delle Scienze di Kazan, entrambe nella Repubblica indipendente del Tatarstan

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Rigenerazione ossea in implantologia (NDMagazine Luglio/Agosto 2023)

PREMESSA L’implantologia dentale è il complesso di tecniche chirurgiche finalizzate alla riabilitazione funzionale di pazienti affetti da “edentulia” ( mancanza totale o parziale di denti) tramite “impianti dentali” inseriti chirurgicamente nell’osso mandibolare o mascellare (o anche sopra di esso, ma sub-gengivale) atti a consentire connessione di protesi, fisse o mobili, per il ripristino della funzione masticatoria. In pratica: “denti artificiali”, inseriti in un alveolo per sostituire quelli perduti, antico sogno dell’umanità (esistono reperti archeologici di inserzioni di pezzi di conchiglia lavorata o osso) concretamente realizzato già nella prima metà del secolo scorso e proseguiti fino ad oggi, con brevetti vari (Adams, Branemark, Formiggini, quest’ultimo considerato il Fondatore della moderna implantologia, Tramonte, Pasqualini, Mondani, Lorenzon). La disponibilità di antibiotici è risultata fondamentale per la buona riuscita degli interventi implantologici, ma un fattore sino ad oggi limitante è stato reppresentato dalla possibile inadeguatezza del tessuto osseo ad ospitare impianti e dalla possibile insorgenza di complicazioni successive all’impianto: “perimplantite” che, se non trattata precocemente, provoca perdita di osso con conseguente ricaduta sull’impianto stesso. OBIETTIVO-RIGENERAZIONE OSSEA Dalle problematiche sopra esposte nacque una continua ricerca finalizzata: Questi esperimenti diedero il via ad una serie di lavori in cui si andavano variando i parametri elettrici delle correnti (continue e variabili), come la densità di corrente, l’energia, la forma e la frequenza degli impulsi. Come metodo venivano inseriti elettrodi di acciaio inossidabile direttamente all’interno della separazione, in altri tentativi erano elettrodi formati da una griglia di alluminio in altri ancora degli elettrodi di platino-iridio, collegati ad una serie di batterie da 1.4 V Vennero usate griglie di acciaio inserite nella zona di separazione, attraverso la pelle in anestesia locale, in alcuni casi le viti di unione stesse vennero usate come elettrodi vennero montati dei piatti di ottone e fornita energia da una batteria posta in uno zainetto sulla schiena in altri casi le ossa furono incassate in dei tubi di plexiglass di 0.8 cm di diametro e 1.5 cm di lunghezza. Dentro questi tubi vi erano degli elettrodi di rame, isolati dalla gamba mediante un batuffolo di cotone. I dispositivi potevano usare batterie da 7.5 V che, assieme ad un generatore di corrente a FET che erogava 10 mA, un punto degno di nota è che come gli studi non hanno fornito chiare indicazioni su quali quantità elettriche sono principalmente responsabili della crescita stimolata delle ossa, potrebbero essere coinvolte sia densità di corrente sia gradiente di tensione, alcuni hanno avuto successo erogando oltre 0.61 J di energia elettrica, mentre qualche insuccesso ha ricevuto meno di 0.56 J di energia. La conclusione è che ci potrebbe essere semplicemente una soglia di energia necessaria al di sotto della quale non si osserva stimolazione, e il mezzo con il quale l’energia è iniettata è probabilmente di importanza secondaria. LA STRATEGIA “QUANTICA” Chiaramente, un approccio completamente non invasivo avrebbe rimarchevoli vantaggi in termini di sicurezza del paziente e convenienza: così dai nostri laboratori (Quantica R&D e Ied bioe Italia) nasce un prototipo auto-costruito realizzato mediante l’uso di campi frequenziali tempo-variabili applicati dall’esterno, in modo che le attività degli osteoblasti possono essere stimolate nelle vicinanze dell’elettrodo in modo da produrre un effetto di riorganizzazione del tessuto piuttosto che di stimolazione degli osteoblasti. I risultati ottenuti confermano il concetto che le caratteristiche di un impulso hanno qualità ‘organizzazionali’ piuttosto che ‘stimolatrici’”. Ovviamente l’utilizzo di questa tecnica non pregiudica possibili successivi interventi chirurgici. Esperimenti condotti ricercatori dell’SBQ (Società Internazionale di Semeiotica Biofisica Quantistica) nel 2011 mostrano risultati molto interessanti: sostanze chimiche di natura organica e non organica, nonché molecole biologiche e composti organici complessi emettono, rispettivamente, singole frequenze elettromagnetiche o uno spettro di frequenze che corrisponde a quelle delle sostanze contenute. In termini generici possiamo dire che qualsiasi oggetto biologico ha una propria vibrazione specifica, dipendente dalle vibrazioni interne tra le molecole di idrogeno e quelle di ossigeno. Oramai da anni noi della Quantica R&D lavoriamo sul principio della risonanza energetica e sulla tecnica idrofrequenziale. Sottoponendo al test di risonanza frequenziale abbiamo visto che gli oggetti biologici rispondono a frequenze , riarmonizzano la materia alterata che ne assorbe le frequenze. Qualsiasi cellula dalla più semplice alla più complessa si forma all’origine per il contributo e la differenziazione dei tre foglietti embrionali (ectoderma, mesoderma, endoderma) che sono tre come le tre energie fondamentali (elettrica, polarizzata e magnetica): questo collega la biologia alla fisica. Secondo gli studi di Paul Nogier, (fondatore, negli anni ‘50 dell’Auricoloterapia) le frequenze di base di risonanza dei tessuti biologici sono sette: A nostro parere se i tessuti biologici ed i loro componenti possono ricevere, trasdurre e trasmettere segnali elettrici, acustici, magnetici, vibrazioni meccaniche e termiche allora, su questa base, si possono spiegare fenomeni quali:   IMPORTANZA BIOLOGICA DI DEBOLI CAMPI ELETTROMAGNETICI Per comprendere come i CEM deboli possano avere effetti biologici è importante comprendere alcuni concetti:   Con la tecnologia SMT e la Quantica R&D nasce la terapia riparativa funzionale volta a promuovere la salute: di seguito un esempio in campo odontologico.   EFFETTI DEL RICONDIZIONAMENTO CELLULARE FREQUENZIALE S.M.T. (SUPRA MOLECULAR IN IMPLANTOLOGIA DENTALE: CASE REPORT A cura di Valter Giraudi, Medico chirurgo, Odontoiatra) La Perimplantite è l’infezione batterica che coinvolge i tessuti attorno all’impianto endosseo, e che, se non curata nello stadio iniziale, provoca una perdita di osso e una mobilità e perdita dell’impianto stesso. I sintomi della perimpiantite sono: Le cause che portano alla perimplantite possono essere molteplici: fumo, carie, igiene orale, malattie sistemiche ( ad esempio il diabete, familiarità ecc.). È molto importante riuscire a fare una diagnosi al primo stadio, quando la tasca gengivale attorno all’impianto non supera i 3-4 millimetri, perchè si può intervenire e decontaminare la zona e a fare una rigenerazione ossea. Quando, invece, la tasca supera i 5 mm (come nel caso successivo) spesso si ha la perdita dell’impianto anche utilizzando varie tecniche. Nel maggio 2022 visito la Signora E.C., la quale presenta gonfiore in corrispondenza di un impianto in sede 36. Eseguo la prima radiografia che evidenzia un notevole riassorbimento osseo, con tasca purulenta che supera i 5 mm. La signora

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Psoriasi: dalla cronicità alla remissione cellulare frequenziale

ND Magazine ha pubblicato un articolo scritto da Massimo Enrico Radaelli (direttore scientifico di ND) sulla psoriasi. Una delle malattie notevoli, oggigiorno, per la mancanza di reversibilità dallo stato cronico allo stato iniziale. Un ruolo importante è dato dallo stress ossidativo e dalla tossicità dei metalli pesanti ai quali siamo sottoposti. Oltre alla classificazione su base sintomatologica, vi sono descritte le modalità di terapie, compreso il ricondizionamento cellulare frequenziale all\’interno dei prodotti cosmetici realizzati IED Bioe Italia. In un tot di pazienti, con l\’utilizzo di due preparati( uno spray ed una crema QS Beauty), si è potuto osservare la rapida evoluzione alla fase di remissione, grazie all\’uso di frequenze stabilizzate nell\’acqua all\’interno dei prodotti. Un ringraziamento a ND Magazine e a tutti i suoi lettori. Visualizza la rivista ND Magazine Articolo sulla Psoriasi a pag. 46 Clicca qui

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